EuroComRom - i sette setacci
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Le parole “Roma”, “Capello”, “Real Madrid” indicano che in questo articolo si parla di calcio, “duro examen” significa certamente “duro esame”, “darán” e “inicio” “daranno” e “inizio”, e cosí di seguito. Non è qui il luogo per continuare l’analisi, ma è chiaro che un italofono confrontato con un simile testo non fatica a capirne le grandi linee, anche senza aver mai aperto vocabolari e grammatiche spagnoli. Anzi, in questo caso non è nemmeno necessario sapere che si tratti di spagnolo. Questo manuale nasce da una riflessione semplice: la vicinanza tra le lingue romanze è tale da rendere inspiegabile la chiusura di molti italofoni nei confronti dello spagnolo, del portoghese, del catalano o del romeno, per citare solo le principali tra di esse (oltre al francese, che in territorio italofono ha piú ricca tradizione). Tale chiusura è altresí stupefacente, dato che nella realtà italiana molti, quando confrontati con idiomi regionali e dialettali, applicano automaticamente strategie efficaci di comprensione e deduzione, di cui temono di avvalersi quando incontrano parlanti di lingue romanze diffuse in continenti interi come il portoghese o lo spagnolo. Perché il napoletano, in tivú, viene compreso da milioni di italiani, mentre film spagnoli vengono sottotitolati? Nulla, se non remore ingiustificate, dovute anche a esperienze scolastiche poco felici, impedisce a un italofono di riuscire dopo qualche settimana a leggere senza troppi sforzi un romanzo di Camus, un racconto di Borges o una poesia di Pessoa. Una volta stabiliti gli scopi generali dell’impresa va definita la strategia. Il miglior modo di imparare le lingue romanze, date le strette affinità, è quello di affrontarle tutte insieme, di constatare direttamente come uno studio parallelo che faccia leva su analogie (molte) e differenze (relativamente poche) sia piú sensato di un procedere a compartimenti stagni (studiare lingua dopo lingua).