Tullio De Mauro Bücher

Der berühmte Text bildet den Ausgangspunkt für die Auseinandersetzung mit dem Strukturalismus. Die deutsche Übersetzung erschien 1931, und die 2. Auflage von 1967 leitete eine intensive Saussure-Rezeption im deutschsprachigen Raum ein. 1916 veröffentlichten zwei Schüler Saussures drei Vorlesungen über allgemeine Sprachwissenschaft, die zwischen 1907 und 1911 stattfanden. Der Text wurde nicht nur zur Grundlage neuer linguistischer Disziplinen wie Phonologie und strukturalistischer Morphologie, sondern beeinflusste auch traditionelle Richtungen wie Sprachgeschichte und Sprachphilosophie. Im Nachwort wird betont, dass das Werk durch vielfältige Interpretationen weiterlebt. Seine Bedeutung wird treffend mit der Formulierung von Leonard Bloomfield aus 1923 zusammengefasst: Der Wert des Textes liegt in der klaren Darstellung fundamentaler Prinzipien. Viele Ideen waren bereits vorhanden, doch die Systematisierung stammt von Saussure. Der entscheidende Punkt ist, dass er erstmals die Welt absteckte, in der die historische Grammatik des Indo-Europäischen nur ein Teilgebiet darstellt, und er lieferte die theoretische Grundlage für eine Wissenschaft von der menschlichen Sprache.

Più di ogni altro segno, le parole accompagnano ogni nostra esperienza: le più personali e private e le più pubbliche, le più abituali e le creazioni più straordinarie della fantasia e del pensiero scientifico. Questo libro ci introduce a capire radici, modi, effetti del nostro parlare e, forse, a controllarlo meglio.

Un'analisi sulla diffusione della cultura in Italia e sulla situazione attuale, sui valori e sulle scelte politiche che esprimono oggi gli italiani.

La svolta istituzionale e politica del 1946 rinnovò profondamente l'Italia, nel costume, nella cultura e nel linguaggio. Le città erano piene di cumuli di macerie, ma nella pace ritrovata le speranze prevalevano. In quel bisogno di esprimersi, la lingua comune fu chiamata a rispondere a una pluralità di impieghi e registri prima sconosciuta, e così accadde anche ai dialetti. Parte da questa volontà di nuovo la "Storia linguistica dell'Italia repubblicana", che si propone di continuare fino all'oggi la "Storia linguistica dell'Italia unita" dedicata agli anni dal 186l al secondo dopoguerra. Il libro racconta il quadro delle condizioni linguistiche e culturali del paese a metà Novecento: un paese contadino segnato da bassa scolarità, analfabetismo, predominio dei dialetti. Individua poi i mutamenti di natura economica, sociale, politica e le luci e le ombre di quel che è avvenuto nel linguaggio: largo uso dell'italiano nel parlare, ma continua disaffezione alla lettura, nuovo ruolo dei dialetti, scarsa consuetudine con le scienze, mediocri livelli di competenza della popolazione adulta, difficoltà della scuola. L'ultimo capitolo, infine, mostra come tutto ciò incida sui modi di adoperare la nostra lingua: sul vocabolario e la grammatica che usiamo, parlando in privato o in pubblico, o scrivendo testi giornalistici, amministrativi e burocratici, letterari o scientifici.