Unser subjektives, bewußtes Innenleben ist für uns von größter Bedeutung, doch die Genese dieses Bewusstseins bleibt weitgehend unerforscht. Benjamin Libet, ein Pionier der Bewußtseinsforschung, hat zahlreiche Experimente durchgeführt, die aufzeigen, wie das Gehirn Bewusstsein erzeugt. In seinem 2004 erschienenen Werk präsentiert er seine Deutung der berühmten »Libet-Experimente«, die die Debatte über die Rolle der Hirnforschung für unser Menschenbild angestoßen haben. Im Mittelpunkt steht der Nachweis, dass jedem bewussten Prozess ein unbewusster, messbarer Vorgang zeitlich vorausgeht. Diese Differenz, die er als Mind Time bezeichnet, legt nahe, dass unbewusste Prozesse unser Bewusstsein steuern, und nicht umgekehrt. So werden vermeintlich freie Willensakte bereits initiiert, bevor wir einen Handlungswunsch bewusst wahrnehmen. Libet beleuchtet die weitreichenden Konsequenzen seiner Entdeckung für die Willensfreiheit, die Identität des Individuums und die Beziehung zwischen Geist und Gehirn. Klar und verständlich dargelegt, ermöglichen Libets Experimente und Theorien sowohl Fachleuten als auch interessierten Laien, an einem der spannendsten Forschungsprogramme der Gegenwart teilzuhaben – der Erforschung des menschlichen Bewusstseins.
Benjamin Libet Bücher



Neurophysics of Consciouness (Contemporary Neuroscientists)
- 436 Seiten
- 16 Lesestunden
Immaginiamo un dialogo tra un grande filosofo del Seicento e un prestigioso scienziato nostro contemporaneo. Monsieur Descartes: "Penso ci siano pochi dubbi sull'esistenza di una libera scelta nel corso delle nostre azioni". Benjamin Libet: "Ma noi abbiamo scoperto che il cervello è pronto per un'azione volontaria circa mezzo secondo prima che la persona diventi consapevole in modo cosciente della sua intenzione! ". Descartes: "Resta una qualche possibilità al nostro libero arbitrio?". Libet: "Sì. L'intenzione cosciente appare circa 150 millisecondi prima". È tutta questione di tempo, del "tempo della mente" (Mind Time). In questo libro Libet ripropone l'antico problema della connessione tra il mentale e il fisico, e la non meno spinosa questione del libero arbitrio. Siamo davvero soggetti responsabili, capaci di scegliere? O siamo solo sofisticati "automi" prodotti dall'evoluzione naturale? Anche una pietra che cade da una torre lungo una verticale potrebbe "pensare" di essere libera, ma sarebbe solo un'illusione. L'ardua risposta, per Libet, va cercata nelle conquiste della ricerca sperimentale, per quanto lui stesso non abbia paura di sconfinare nel campo più elusivo dell'etica.