Testo originale a fronte. Dopo la stagione epica e prima della grande età del dramma, la Grecia conosce il fiorire di un altro genere letterario, convenzionalmente noto con il nome di lirica. Tra i secoli VII e VI, la sua mappa geografica si estende dall'Asia alle isole dell'Egeo, fino alla Sicilia. La tradizione della lirica, come già quella dell'epica, è orale; ne discendono caratteri stilistici peculiari: periodi brevi, immediatezza espressiva, uso frequente di immagini e metafore. Il repertorio dei temi è vastissimo e porta il sigillo della concreta esperienza soggettiva, reale o intellettuale, fisica o psicologica.
Umberto Albini Bücher



Nel nome di Dioniso. Vita teatrale nell'Atene classica
- 312 Seiten
- 11 Lesestunden
Il teatro è sempre stato e resta una costruzione collettiva, in nessun modo riducibile alla semplice pagina scritta. Ciò che si vede sulla scena è il risultato del lavoro di drammaturghi, attori, registi, tecnici, scenografi e - perché no - anche del pubblico. Proprio per questo motivo ogni testo teatrale si presta, a ogni ripresa, a letture fortemente di parte, a manipolazioni che ne arricchiscono i significati, mettendo in luce aspetti trascurati dalla tradizione. Sulla base di queste considerazioni, Umberto Albini affronta la «vita teatrale» nell'Atene classica prendendo in esame le sue componenti: attore e coro, maschere e costumi, macchine teatrali e attrezzi, edifici e festival, pubblico e, per quanto è possibile, musica e gesto. Sono le parti di un tutto in cui la cultura provoca un incontro complesso e «aperto» con la vita, facendo scaturire interpretazioni sempre nuove. La seconda parte del libro, dedicata ai testi e agli autori (Eschilo, Sofocle, Euripide, Aristofane, Menandro), ripercorre il viaggio nella tradizione di alcuni tra i miti di fondamento della cultura occidentale. Completano il volume una guida bibliografica e un indice analitico.
Due tragedie “forti”, in cui la presenza degli dèi ha ormai solo una funzione di immagine-simbolo di valori immanenti nella vita dell’uomo, come la forza dell’eros e l’ideale della purezza. La protagonista di Ippolito, Fedra, e ancor più Medea sono tra i personaggi più drammatici del teatro d’ogni tempo: la tragedia è tutta interiore, il conflitto è dentro l’animo delle due straordinarie figure femminili, nello scontro tra le ragioni del cuore e della passione e la lucidità delle risoluzioni estreme portate a compimento.