Charles Baudelaire: The Complete Verse
- 472 Seiten
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Contains Les Fleurs du mal (1857), Nouvelles Fleurs du mal (1868), and Les Epaves (1866).





Contains Les Fleurs du mal (1857), Nouvelles Fleurs du mal (1868), and Les Epaves (1866).
Roman
Witzig, romantisch, bösartig – Gustave Flauberts erster Roman in neuer Übersetzung Ein junger Bursche beobachtet unter den Sommergästen in Trouville eine Frau, die ihn fasziniert. Als er ihren Bademantel vor der Flut rettet und zurückbringt, verliebt er sich auf der Stelle. Maria jedoch ist zehn Jahre älter als er, hat einen Mann und eine kleine Tochter. Mit ungeheurer Leidenschaft erzählt der junge Flaubert in seinem ersten Roman die eigene Geschichte, die ihn für ein Leben geprägt hat. In der Neuübersetzung von Elisabeth Edl, mit Jugendbriefen und einem Kommentar, der den biografischen Hintergrund farbig sichtbar macht, sind die „Memoiren eines Irren“ das Selbstporträt eines Künstlers als junger Mann, der zu seinem 200. Geburtstag als einer der Größten gefeiert wird.
Del vino e dell'hashish - Il poema dell'hashish - Un mangiatore d'oppio - Edizione integrale
Il consumo di sostanze stupefacenti ha un peso centrale nell’esperienza poetica ed esistenziale di Baudelaire. Quando scrive le sue pagine sull’hashish – di cui condanna l’abuso – egli non ha mai intenti moralistici, ma essenzialmente estetici. Quello che a lui interessa è il potenziamento della creatività poetica attraverso l’ebrezza artificiale; quello che lui odia e teme è il risveglio, è la desolazione, è l’inferno della degradazione. Si disegna qui il dramma personale di Baudelaire, la sua consapevolezza di essere e di sentirsi lacerato fra i due opposti richiami di Dio e Satana, fra l’aspirazione a salire verso l’alto, l’infinito, e il gusto del peccato, il piacere di scendere in basso.«L’uomo non sfuggirà alla fatalità del suo temperamento fisico e morale: l’hashish sarà, per le impressioni e i pensieri familiari dell’uomo, uno specchio ingranditore, ma pur sempre uno specchio.»
Edizione integrale con testo francese a fronte
La poesia di Baudelaire non cessa di apparire di una sconcertante modernità. Questi versi, nei quali fino a qualche decennio fa si tendeva a scorgere, sulla scia della leggenda post-romantica, il cantore del peccato, del satanismo e delle sensazioni squisite, rivelano oggi uno scrittore che ci manifesta tutta la sua novità interiore, il suo percorso spirituale, molto al di là del realismo romantico, delle evanescenze esotiche, delle ironiche fantasie grottesche. «La stoltezza, l’errore, il peccato, l’avarizia occupano gli spiriti tormentando i corpi e noi alimentiamo gli amabili rimorsi, come i mendicanti nutrono i loro insetti.»
Del vino e dell’hashish · Il poema dell’hashish · Un mangiatore d’oppio
Il consumo di sostanze stupefacenti ha un peso centrale nell’esperienza poetica ed esistenziale di Baudelaire. Quando scrive le sue pagine sull’hashish – di cui condanna l’abuso – egli non ha mai intenti moralistici, ma essenzialmente estetici. Quello che a lui interessa è il potenziamento della creatività poetica attraverso l’ebrezza artificiale; quello che lui odia e teme è il risveglio, è la desolazione, è l’inferno della degradazione. Si disegna qui il dramma personale di Baudelaire, la sua consapevolezza di essere e di sentirsi lacerato fra i due opposti richiami di Dio e Satana, fra l’aspirazione a salire verso l’alto, l’infinito, e il gusto del peccato, il piacere di scendere in basso.