Persecuzione e accerchiamento di Juvêncio Gutierrez
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Siamo a metà degli anni ’50 a Uruguaiana, città brasiliana al confine con Argentina e Uruguay. Il protagonista, un ragazzo di tredici anni di cui non viene mai svelato il nome, è stato convocato per giocare nella finale del torneo di calcio scolastico, la partita più importante della sua vita. Ma la sera prima viene a sapere che suo zio, Juvêncio Gutierrez, contrabbandiere dal fascino di altri tempi, ricercato e fuggito anni prima in Argentina, tornerà quel pomeriggio con il treno delle tre (ora del fischio d’inizio della partita) e tutti i militari della città sono pronti per tendergli una trappola e finalmente arrestarlo. La partita comincia in una città blindata, con il fischio del treno che si sente in lontananza, e le azioni di gioco si intersecano con il presagio del durissimo scontro che sta per aver luogo dalle parti della stazione. Riuscirà Juvêncio Gutierrez ad affrontare il suo passato e a sfuggire alla morte? Un romanzo di formazione latinoamericano, che in poco più di ventiquattrore di rara poesia racconta il difficile mestiere di crescere in un mondo che sta per morire, dove i gauchos vengono eliminati dai generali, il treno a vapore è soppiantato dal moderno diesel e l’onore dall’intrigo, ma dove continua forte l’amore per la pampa, per il pallone, per le ragazze con la divisa del collegio, e per il ricordo di un’infanzia che non c’è più.
