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Gian Carlo Ferretti

    L'ultima intervista di Pasolini
    Storia di un editor
    Le belle bandiere : dialoghi 1960-1965
    • «Non si lotta solo nelle piazze, nelle strade, nelle officine, o con i discorsi, con gli scritti, con i versi: la lotta più dura è quella che si svolge nell’intimo delle coscienze, nelle suture più delicate dei sentimenti.»Nel giugno del 1960, mentre è impegnato nel suo esordio alla regia con Accattone, Pier Paolo Pasolini inaugura una rubrica di corrispondenza con i lettori sul settimanale di politica e cultura «Vie nuove». Inizia così un vero e proprio dibattito epistolare che durerà, pur con diverse interruzioni, cinque anni: a scrivergli sono operai, studenti, disoccupati, soprattutto giovani e giovanissimi che «fanno della cultura non la loro specializzazione, ma il loro nutrimento». Pasolini si fa compagno di strada e confidente, supera la cronaca quotidiana per cercare di interpretare i grandi fenomeni storici in corso, e introduce nella discussione pubblica temi che diventeranno cruciali negli anni a venire: il ruolo della donna, le nuove e necessarie politiche scolastiche, il movimento progressista che si sta facendo largo nella Chiesa, l’ingannevole idea di uno sviluppo illimitato. Il risultato è un dialogo aperto, senza sconti, schietto e coinvolgente, che si legge ancora oggi come una delle più profonde e affascinanti rappresentazioni del nostro paese.

      Le belle bandiere : dialoghi 1960-1965
    • Storia di un editor

      Niccolò Gallo

      • 151 Seiten
      • 6 Lesestunden

      Un critico comunista, Niccolò Gallo, che dopo avere scritto pagine acute e lungimiranti su Vittorini e Pavese, Bassani e Cassola, Moravia e Calvino, interrompe nel 1957 la sua militanza letteraria per una crisi ideologico-politica, e negli anni sessanta diventa lo stimato, rigoroso e infaticabile direttore delle collane di narrativa italiana di Mondadori. Un critico, ancora, che manifesta sempre un atteggiamento di riservatezza personale e insieme di generosità verso gli altri. Questa immagine lineare di Gallo, che si è consolidata soprattutto dopo la sua morte nel 1971, viene verificata criticamente in modo esaustivo e rivelatore nel saggio di Gian Carlo Ferretti, anche attraverso numerose carte inedite (nove delle quali riprodotte qui). Ne risulta un'immagine integrata e corretta in due aspetti la maturazione di una crisi privata di fondo in quella sua rinuncia del 1957, e una serie di contraddizioni e ambiguità per i condizionamenti del suo lavoro editoriale, oggettivamente inserito nella strategia ferrea e geniale del grande Arnoldo, tra ritornanti insofferenze e disincantata accettazione. La figura di Gallo perciò, se perde il suo alone mitico, acquista una maggiore complessità intellettuale e umana, esistenziale e professionale, facendo affiorare qualcosa di segreto e indecifrabile dietro i suoi silenzi.

      Storia di un editor