Mauro Corona Reihenfolge der Bücher
Mauro Corona ist bekannt für seine Fähigkeit, Kunst, Natur und Schriftstellerei miteinander zu verbinden. Seine Werke, ob Holzskulpturen oder literarische Arbeiten, schöpfen oft aus seiner tiefen Verbundenheit mit den Bergen und der wilden Landschaft. Durch seinen einzigartigen Stil und seine kraftvolle Sprache teilt er seine Sicht auf das Leben, seine Herausforderungen und seine Schönheit. Sein Schreiben spiegelt sowohl seine körperliche Stärke als Bergsteiger als auch seine Sensibilität als Künstler wider.






- 2023
- 2023
Anche se ormai è vecio , anche se è un po' diffidente di fronte alla modernità, il nonno ha un'infinità di cose da insegnare a Igor e Neve, i suoi nipoti. Ed è per questo che decide di accompagnarli in quattro cammini in alta montagna con in spalla uno zaino pieno di ciò che serve, la curiosità prima di tutto. A ogni escursione Igor e Neve scoprono una stagione dell'anno, e a ogni stagione varcano una porta fatta di nuove conoscenze: quale saggezza ci insegnano gli alberi? Cosa possiamo imparare da lepri, marmotte, rapaci? Perché il bosco è un mondo magico che va rispettato e amato fino al più minuscolo insetto? Il nonu guida Igor e Neve alla scoperta delle risposte a queste domande, ma soprattutto li conduce a varcare la quinta porta, la più importante e misteriosa, quella che comprende tutte le altre: la porta del futuro, della vita e delle prove che, mentre cresciamo, la vita stessa ci pone. Età di lettura: da 11 anni.
- 2021
Oscar Bestsellers: La via del sole
- 168 Seiten
- 6 Lesestunden
- 2021
A Erto, il paese delle Dolomiti friulane segnato dalla tragedia del Vajont e amato dai climber per le sue magnifiche falesie, c’è una via di roccia che si chiama “Mari’s Bad Rock Day”: è dedicata a Marianna Corona, in ricordo del giorno in cui lei proprio su quella parete si bloccò, senza riuscire più a salire né a scendere.Ma Marianna ancora non sapeva che quella era solo una sorta di prova generale, in vista del passaggio ben più duro che la vita le avrebbe riservato nel 2017: la malattia, di fronte alla quale non c’è allenamento o tecnica che venga in soccorso, ma bisogna cercare dentro di sé le risorse per farcela.Sì, perché la vita ha molto in comune con la è bellissima ma anche piena di rischi, ci chiede l’umiltà di mettere un passo dopo l’altro, di cercare gli appigli giusti, e soprattutto ci costringe a conoscere noi stessi, a dosare il respiro di fronte alle salite, a trovare un equilibrio prima di godere del panorama…In questo libro, che unisce una toccante testimonianza narrativa a una originalissima rivisitazione dei fondamenti della pratica yogica, una giovane donna coraggiosa ci racconta la sua infanzia in una famiglia molto speciale, l’incanto e la durezza del crescere tra le montagne, l’avvicinamento allo yoga e il suo grande respiro, la malattia come momento doloroso ma al tempo stesso capace di rivelare cosa conta davvero. Come osserva Mauro Corona, che di queste pagine è al tempo stesso lettore e protagonista, “sotto le foglie di una scrittura ironica si percepisce l’alito fresco della malinconia, humus positivo che nutre la speranza. […] Quando il mondo ci crolla addosso e tutto sembra perduto, esce la speranza nascosta in ciò che vedevamo ma non conoscevamo. Per fiorire tra le rocce serve quel tipo di humus”.
- 2020
L'ultimo sorso
- 199 Seiten
- 7 Lesestunden
Rocciatore, taglialegna, scalpellino, minatore, apicoltore: chi è Celio? "Un niente," risponde lui, un semplice signor nessuno di un paesino alpino. L'autore lo riporta in vita, rendendolo un personaggio complesso, ricco di idiosincrasie e contraddizioni. Misantropo, il protagonista si rifugia nell'ermeticità del dialetto ladino e nell'ambiguo abbraccio dell'alcol, che lo accompagnerà fino al delirio e alla morte. In Celio, conosciuto durante l'infanzia problematica e quarant'anni più vecchio, l'autore trova un mentore inaspettato, una protezione dalle violenze paterne e un accesso privilegiato ai misteri della natura. Nel racconto, Mauro Corona riscopre la sua infanzia, trascrivendo le parole misurate dell'amico, mentre cerca le radici di un malessere sempre presente nel cuore montanaro. La scrittura è aspra, nervosa e autentica, riflettendo l'autobiografia dell'autore, alter ego di Celio, simbolo di una terra sospesa nel tempo. La solitudine, portata come una croce, sembra l'unico rimedio alla miseria e al dolore. Le uniche leggi riconosciute sono quelle della natura, madre e matrigna. Come un vecchio accendino ereditato, l'allievo tiene viva la fiamma del ricordo, illuminando il potere dell'amicizia, rara e salvifica nell'ostilità del mondo.
- 2019
Parlare di montagna equivale a parlare dell'intera esistenza, e di come in essa si intende prendere posto. E amare la montagna significa stare al mondo con franchezza, desiderio di avventura, accortezza e spirito di solidarietà, rispetto per la vita in tutte le sue manifestazioni. Mauro Corona e Matteo Righetto, gli scrittori italiani più autorevoli sull'argomento, danno voce a ciò che per loro la montagna rappresenta, attingendo a un ricchissimo tesoro di esperienze personali, qui condensate in brevi racconti, epigrammi fulminanti, descrizioni di paesaggi naturali di bellezza inesprimibile. In queste pagine troviamo l'asprezza della roccia e la sfida delle vette, ma anche la carezza accogliente dei boschi, il ritmo lento del passeggiare; i ricordi vivissimi di un tempo che non esiste più e la consapevolezza urgente delle responsabilità da assumersi perché gli ambienti naturali possano sopravvivere ed essere il futuro dei nostri figli. I sedici milioni di abeti distrutti dal ciclone che si è abbattuto sulle Dolomiti alla fine del 2018 evocano i caduti della Prima guerra mondiale, perché "gli alberi sono come le persone, e le foreste sono intere comunità". La descrizione di un camoscio, che con abilità di equilibrista si muove tra i picchi più impervi, sfocia in una riflessione sul cambiamento del ruolo del padre nella società contemporanea, una figura ormai così priva di spigoli da rendere difficile assumerla come riferimento e appoggio. E invece, dal momento che gli esseri umani sono alpinisti inconsapevoli e chi "guarda il cielo sente la vertigine della bellezza ma anche il vuoto del precipizio", l'appiglio è cruciale, nell'arrampicata come nella vita. La narrativa potente di due grandi scrittori in un libro che si legge con la facilità e la soddisfazione con cui si raccolgono i mirtilli, grazie alla struttura classica e accattivante del sillabario.
- 2019
Oscar Bestsellers: I misteri della montagna
- 240 Seiten
- 9 Lesestunden
Non tutti hanno la capacità immediata di comprendere fino in fondo i segreti della montagna. Vedono le cime come blocchi turriti, pilastri di roccia scabri e senza valore, ammassi di pietre inutili sorti qua e là per capriccio del tempo. Basta, però, alzare lo sguardo ed essere sovrastati dall'imponenza del mare verticale, con i suoi milioni di granelli di sabbia, per sentire nascere lo stupore. Lo stupore che genera domande. Le domande che generano misteri: chi ci sarà lassù? Vi abita qualcuno? E, se esiste, come sarà fatto? Nei boschi, tra le rocce, dentro l'alba, sotto le foglie, sulle vette ancora inesplorate. Lì dormono i segreti della montagna. E Mauro Corona ci accompagna ancora una volta a scoprirli, tendendoci la mano, aiutandoci a salire. Ci esorta a giocare con il rimbalzo dell'eco, che vuole sempre l'ultima parola, ad ascoltare la voce del vento, che non sapremo mai da dove nasce. Ci conduce lungo i ruscelli a spiare le ninfe dai lunghi capelli d'acqua, ci indica il sentiero per raggiungere il grande abete bianco – adagiando l'orecchio al tronco, sentiremo il suo cuore battere. La montagna è viva, ha cinque sensi protesi a conoscere il mondo. E come tutti gli esseri speciali ha anche un senso in più: la percezione. Grazie a lei, può scoprire in anticipo le barbare intenzioni dei politici che vogliono ferirla, strizzarla, spremerla fino a distruggerla, pur di incassare moneta sonante. Ma la montagna resiste, perché ha un compito più grande: è stata creata affinché possiamo scrutare la nostra anima e diventare migliori. Scoprirla è scoprirsi. E se, in solitudine, saremo capaci di avvertire le presenze nascoste nel buio, avremo fatto il passo decisivo per capire che inseguire i misteri della montagna non vuol dire nient'altro che ricercare noi stessi, andando alle origini delle nostre paure. Il tempo delle curiosità non ha scadenza, dobbiamo solo farci trovare pronti per questa nuova, indimenticabile, avventura.
- 2017
Di ottima famiglia, ricchissimo e anche piuttosto affascinante, a nemmeno trent’anni il protagonista di questo romanzo è già uno stimato ingegnere cui non manca davvero nulla: ville, automobili, ma anche amici, donne e salute. Un eccesso di cose per lui sempre più opprimente. È per questo che di punto in bianco decide di dare una svolta radicale alla sua esistenza abbandonando il lavoro e rinunciando a ogni comodità per andare a vivere in una baita di montagna. Evocando le memorie dell’infanzia, scopre tra i ricordi visioni di cime lontane, limpide sorgenti, ruscelli canterini, pascoli verdi e soprattutto cascate lucenti di sole. Ma una volta tra i monti, dove finalmente può dedicarsi incessantemente alla contemplazione della palla infuocata, si accorge che le ore di luce a sua disposizione non gli bastano più… Con la sua scrittura caustica e sferzante, Mauro Corona torna a dare voce all’epica della montagna con un grande racconto morale, una riflessione di assoluta attualità sul rapporto tra uomo e natura e una meditazione senza tempo sugli inganni del desiderio.
- 2015
Favola in bianco e nero
- 93 Seiten
- 4 Lesestunden
Nel poetico e tenebroso mondo boschivo di Mauro Corona, non è raro imbattersi in una favola. Ma non è scontato che si tratti di una favola idilliaca, perché è proprio quando la narrazione si avventura nel fantastico che l'autore trova l'occasione per far emergere con forza la sua vena più caustica e dissacrante. E questa volta è chiaro più che mai: "Ho scritto una fiaba cattiva sul Natale, perché il Natale è una festa cattiva dove si scoprono i cattivi che fanno i buoni". Se con Una lacrima color turchese ci aveva portato ad accettare lo straordinario, ovvero l'eccezionale scomparsa del Bambin Gesù, fuggito dai presepi di tutto il mondo per provocazione, in questo suo ideale seguito si spinge ancora più in là, sfidandoci ad accogliere il diverso. Favola in bianco e nero si apre, infatti, con la prodigiosa apparizione di due statuine del Bambin Gesù, una con la pelle bianca e l'altra con la pelle nera, che si materializzano, inaspettatamente, allo scoccare della mezzanotte in tutte le case del mondo. La reazione che si scatena, però, è piuttosto prevedibile, perché tutti cercano di rimuovere la statuina di colore; del resto, la tradizione vuole che Gesù abbia la pelle bianca, nessuno è in grado di tollerare una simile anomalia. Senza grandi giri di parole, dunque, Mauro Corona ci inchioda alle nostre responsabilità. Ci grida in faccia che "la guerra siamo noi", "che tentiamo di fregare l'amico a ogni passo", "che teniamo il marcio dentro per paura di essere scoperti" e ci invita a riflettere, lanciandoci un monito che, alla luce dei recenti avvenimenti legati agli sbarchi dei migranti, si fa ancora più severo e urgente.
- 2015
Non tutti hanno la capacità immediata di comprendere fino in fondo i segreti della montagna. Vedono le cime come blocchi turriti, pilastri di roccia scabri e senza valore, ammassi di pietre inutili sorti qua e là per capriccio del tempo. Basta, però, alzare lo sguardo ed essere sovrastati dall'imponenza del mare verticale, con i suoi milioni di granelli di sabbia, per sentire nascere lo stupore. Lo stupore che genera domande. Le domande che generano misteri: chi ci sarà lassù? Vi abita qualcuno? E, se esiste, come sarà fatto? Nei boschi, tra le rocce, dentro l'alba, sotto le foglie, sulle vette ancora inesplorate. Lì dormono i segreti della montagna. E Mauro Corona ci accompagna ancora una volta a scoprirli, tendendoci la mano, aiutandoci a salire. Ci esorta a giocare con il rimbalzo dell'eco, che vuole sempre l'ultima parola, ad ascoltare la voce del vento, che non sapremo mai da dove nasce. Ci conduce lungo i ruscelli a spiare le ninfe dai lunghi capelli d'acqua, ci indica il sentiero per raggiungere il grande abete bianco – adagiando l'orecchio al tronco, sentiremo il suo cuore battere. La montagna è viva, ha cinque sensi protesi a conoscere il mondo. E come tutti gli esseri speciali ha anche un senso in più: la percezione. Grazie a lei, può scoprire in anticipo le barbare intenzioni dei politici che vogliono ferirla, strizzarla, spremerla fino a distruggerla, pur di incassare moneta sonante. Ma la montagna resiste, perché ha un compito più grande: è stata creata affinché possiamo scrutare la nostra anima e diventare migliori. Scoprirla è scoprirsi. E se, in solitudine, saremo capaci di avvertire le presenze nascoste nel buio, avremo fatto il passo decisivo per capire che inseguire i misteri della montagna non vuol dire nient'altro che ricercare noi stessi, andando alle origini delle nostre paure. Il tempo delle curiosità non ha scadenza, dobbiamo solo farci trovare pronti per questa nuova, indimenticabile, avventura.








