»Ich hörte sie meinen Namen brüllen. Meine früheren Freunde und Nachbarn – jetzt liefen sie mit Macheten durchs Haus und suchten nach mir …« In einem winzigen Versteck überlebt Immaculée Ilibagiza den Völkermord in Ruanda. Mit Hilfe ihres Glaubens gelingt es ihr, die Angst vor Entdeckung und das Grauen der Massaker zu ertragen – aber auch, den Mördern ihrer Familie zu verzeihen und ein neues Leben zu beginnen.
Ein Jahrhundert russischer Geschichte: der faszinierende Roman einer ungewöhnlichen Frau in bewegten Zeiten St. Petersburg, 1916. Russland ist in Aufruhr. Vor einem Internat für höhere Töchter wartet im eisigen Schneesturm eine englische Gouvernante auf ihr junges Mündel. Auch die Geheimpolizei steht vor den Toren des noblen Instituts. Als die sechzehnjährige Saschenka heraustritt, wird sie verhaftet. Ihre Familie ist außer sich. Doch welche Rolle spielt Saschenka wirklich in diesem gefährlichen Reigen von Liebe und Verschwörung? Für alle Leser von Eva Stachniaks WINTERPALAST und Charlotte Links STURMZEIT. »Absolut mitreißend und fesselnd!“ Kate Mosse »Ein farbenprächtiges, mitreißendes Lesevergnügen.« Joanne Harris
Sposata dai genitori a 14 anni a un uomo di trent’anni più vecchio, deportata in Europa dall’Africa per essere stuprata, picchiata e umiliata tra le mura domestiche, in un incubo senza fine. Madre bambina di figli mai nati, per incuria, ignoranza, crudeltà, e di una bambina nata morta che non ha neppure avuto il diritto di accompagnare al cimitero. È la storia di Diaryatou, una testimonianza sconvolgente che apre gli occhi sulla condizione di molte giovani donne immigrate, vittime delle tradizioni e della sorda legge degli uomini. Grazie a una forza d’animo straordinaria e all’aiuto dei servizi sociali francesi, Diaryatou è riuscita a risollevarsi da una condizione disperata e s far sentire la sua voce. Raccontando la sua storia ha potuto finalmente ricordare chi è, chiudere gli occhi e ritornare al suo villaggio in Guinea, rivivere quei giorni felici con la nonna, che l'ha cresciuta come una vera madre, anche se non ha saputo evitare che le venisse inflitta l'usanza spietata dell'infibulazione. Raccontando la sua storia è riuscita finalmente a curare quelle piaghe che urlavano tutto il suo dolore, un dolore fatto di segregazione, abusi, paura, solitudine, ma soprattutto di un’infanzia distrutta troppo presto e che non potrà tornare mai più.